« Non voglio che mi riabiliti. Solo che mi rendi interessante» . Fu questa la richiesta di Philip Roth al suo biografo. In cambio, il genio di Newark offriva a Bailey l accesso a un impressionante quantità di materiali esclusivi, fra documenti e interviste, sulla propria vicenda umana e artistica. Il frutto di questo patto, elaborato in quasi dieci anni di lavoro, è un ritratto vivido, esaustivo, composito, a tratti sorprendente a tratti piccante, mai agiografico, di uno dei più grandi scrittori americani di ogni tempo; un opera definitiva e inevitabilmente controversa, destinata a far parlare a lungo di sé . Determinato a tutelare la propria immagine postuma « due cose terrorizzanti mi attendono» , soleva dire, « la morte e il mio biografo» Philip Roth dedicò gli ultimi anni della propria esistenza a collaborare con Blake Bailey, scelto come proprio biografo perché ritenuto in grado di fornire della sua vita una versione composita e articolata, capace di dar conto dei suoi aspetti controversi ma anche di liberarlo dalla gabbia in cui lo avevano rinchiuso prima le accuse di antisemitismo e « odio per se stesso» e poi quelle di misoginia. Nel corso di una decina d anni di lavoro, terminati poco dopo la morte di Roth nel 2018, Bailey ha rielaborato l immensa mole di materiale raccolto centinaia di ore di interviste e « chilometri» di lettere, appunti, diari, ritagli di giornale, prime stesure di romanzi, pubblicati e non, privatissime memorie fino a produrre una biografia ricchissima, vivace, curiosa, mai agiografica, che si muove con ordine e misura sul crinale fra vita e opera dell autore del Teatro di Sabbath e di Pastorale americana, soffermandosi su tantissimi episodi più o meno noti di un esistenza quotidiana dedicata quasi esclusivamente alla letteratura (letta, scritta, insegnata, sorprendentemente spesso criticata) e alle donne (dai giovanili flirt ai due catastrofici matrimoni, prima con Margaret Martinson e poi con Claire Bloom; dalle numerose amanti clandestine alle ragazze concupite negli ultimi anni). Donne tanto simili a uno o all altro degli svariati personaggi femminili dei trentuno libri di Roth, quanto quelli maschili assomigliano a una qualche versione del loro creatore. Perché il più evidente marchio di fabbrica della narrativa rothiana è lo spericolato, acrobatico e straordinariamente spassoso gioco di specchi fra la vita e l invenzione, e la sua più astuta strategia, come qui ben si evince, quella di nascondere l indicibile in bella vista. In questo senso Philip Roth: la biografia è davvero un imprescindibile, prezioso vademecum per ogni lettore del genio di Newark.