L'Accordo di Basilea del 1988 è stato istituito sotto l'egida della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) per regolare, attraverso le autorità monetarie o le banche centrali, la costituzione del capitale ed evitare distorsioni di natura concorrenziale per le banche che operano su scala internazionale. Le norme adottate all'epoca riguardavano principalmente le banche del G-10, ma il suo campo di applicazione è stato presto esteso e l'Accordo di Basilea è diventato uno strumento per promuovere la convergenza internazionale degli standard patrimoniali. Tuttavia, nel corso degli anni, i suoi limiti concettuali e le innovazioni finanziarie emerse hanno creato opportunità di arbitraggio che le banche hanno saputo sfruttare. Con la riduzione della sua efficienza, la revisione di questo accordo è diventata inevitabile. Ciò ha dato il via a un processo di consultazione, guidato dal Comitato di Basilea della BRI, a favore di una nuova riconfigurazione degli standard patrimoniali bancari definiti nel nuovo Accordo di Basilea.