Sono passati sette anni da quando Joan Didion e John Gregory Dunne festeggiavano il matrimonio della figlia Quintana Roo. Joan Didion siede alla scrivania, sfoglia vecchi album e rivive quel giorno, i gelsomini del Madagascar nei capelli della figlia, il fiore di frangipani tatuato sulla spalla. Affiorano istantanee degli anni passati con Quintana in California: Malibù , la scuola di Holmby Hills, le stagioni « che arrivano in modo così teatrale da sembrare colpi di un destino inatteso» . I ricordi spingono Joan Didion a interrogarsi sul suo essere madre, ora che la figlia è morta. A rileggere ogni evento della vita di Quintana in cerca di segni che forse non aveva voluto vedere. A fare i conti con il tempo che scorre, con la malattia e la vecchiaia. Blue Nights sono le ore lunghe e luminose della sera che a New York preannunciano il solstizio d estate « l opposto della morte del fulgore, ma anche il suo annuncio» e che Joan Didion passa a riflettere sulla fine della promessa, sull inevitabilità della dissolvenza. Joan Didion con Blue Nights eviscera ed esorcizza la sofferenza personale attraverso la scrittura; trasforma il dolore che la assilla in un racconto universale sulla perdita e sul tormento. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I. E. S. r. l. , oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.