Nella cultura giuridica della chiesa, e dunque nel codice di diritto canonico, lo stupro e l abuso sessuale sono considerati trasgressioni del sesto comandamento e mai atto contro un altra persona. Ma questo comandamento è l unico del decalogo ad aver cambiato denominazione nel corso della storia: il « non commettere adulterio» delle origini bibliche è divenuto nel XVI secolo « non commettere atti impuri» . Anche se si tratta sempre di norme relative al comportamento sessuale, la differenza è importante. L adulterio è un atto che rompe gli equilibri comunitari e familiari, sconvolgendo le relazioni sociali, mentre gli atti impuri riguardano solo il peccatore, che diventa impuro. L attenzione quindi si sposta dalle relazioni, danneggiate dalla trasgressione, all impurità del solo colpevole: ecco perché la chiesa fa molta fatica a occuparsi delle vittime. Del resto, a causa di una concezione sbagliata della sessualità , di tipo solo maschile, nella cultura cattolica si crede che le vittime provino comunque piacere e quindi diventino così complici nella trasgressione. Per affrontare le radici degli abusi bisogna, dunque, ritornare a riflettere sul sesto comandamento. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I. E. S. r. l. , oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.