Al quarto lungometraggio e mezzo, dopo sei anni di silenzio, Quentin Tarantino dirige a modo suo - ossia omaggiando e citando decine e decine di film di altri registi, soprattutto di serie B e soprattutto italiani e orientali - una classica storia di vendetta: quasi da western, ma al femminile. Urna Thurman, da lui stesso lanciata in Pulp Fiction, è l'eroina altamente specializzata in arti marziali che domina il film, circondata da bellissime e cattivissime rivali (Vivica A. Fox, Lucy Liu, Daryl Hannah); David Carradine è l'uomo a cui mira, non proprio per ragioni sentimentali. Il sangue scorre a litri, ma quel che tutti buoni e cattivi - cercano di evitare sono le ineleganti e poco sportive armi da fuoco. Post-moderno, rischioso, violento, fagocitante eppure coinvolgente, Kill Bill è un film doppio, in tutti i sensi, sulla proliferazione di doppi, di simulacri, di riti di riappropriazione; un'opera d'autore mascherata da pellicola di genere; un fumetto che a poco a poco si fa prendere sul serio o quasi. Di certo è ormai un "cult", e uno dei pochi film di Tarantino apprezzati anche dai non tarantiniani. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I. E. S. r. l. , oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.