Maestro del racconto lungo, Pritchett è nel Novecento inglese l inattesa reincarnazione, la più convincente, la più felice, di Charles Dickens. Basterà leggere qui, per averne la prova, Al ritorno di mia figlia, dove la protagonista, che parenti e amici avevano dato per spacciata o creduto prigioniera in qualche campo di concentramento giapponese, torna in patria alla fine della seconda guerra mondiale. Non è che il primo, grandioso equivoco di una lunga serie, esilarante e atroce, che Pritchett squaderna sotto i nostri occhi con la saggezza ingenua e un pö sorniona del grande narratore, di chi sa stanare la vita in tutte le sue ambiguità . Ma Pritchett è capace di sorprenderci anche nei racconti più brevi. Come Il santo, storia dell improvvisa perdita della fede da parte di un diciassettenne, e ritratto impietoso, nel suo candore quasi agiografico ma proprio per questo micidiale, dello specchiato membro di una presunta « Chiesa dell Ultima Purificazione» . O La caduta, dove ci presenta lo spettacolo grottesco di un uomo condannato ogni volta dalle circostanze a esibirsi, dietro la raggelante maschera di un inerme Buster Keaton, nella sua specialità : la gag più insulsa, disperata e oscenamente triste cui sia dato assistere. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I. E. S. r. l. , oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.