Pietro/Perdu di Sardegna diventa Pedrito in Venezuela dove arriva nel 1958, durante il governo del generale Pérez Jiménez. Dal sabateri che era già in paese si fa zapatero: provetto calzolaio nella fabbrica di scarpe del siciliano Mormino. Sono anni di emigrazione e di boom economico in Venezuela ma pure tempi di pesante dittatura, si vive nel terrore, una lametta basta a scannare con noncuranza i dissidenti. Pedrito Demontis viene arrestato in una notte di coprifuoco, deve essere fucilato con altri 'ribelli', ma per la spietata polizia venezuelana le cose non andranno come previsto. Intanto anche il fratello di Pietro rimasto in Sardegna subisce la minaccia dei fucili: quelli dei banditi che nel 1953 rapiscono Davide Capra, l'ingegnere presso la cui ditta Lillino Demontis fa l'operaio nei lavori della Statale Orientale Sarda. La vicenda del sequestro Capra avrà un esito drammatico, con strascico di misteri da colletti bianchi e appalti stradali. A Orgosolo, nel bosco della tragedia come sulle salme dell'ostaggio e del giovane fuorilegge Emiliano Succu, si spargono fiori. Di gente in gente viaggiano i fratelli Demontis, abituati all'altro, al diverso nella casa-locanda di mamma Luisicca, dove aveva soggiornato il linguista Max Leopold Wagner, in una delle sue inchieste di "cose e parole", con l'esempio di babbo Celestrino (sì, con la erre in mezzo) tuttofare, da macellaio all'avanguardia a poeta estemporaneo. Di gente in gente procede Mameli con passo da autentico narratore, e di voce in voce, di stile in stile, viaggia il lettore, vivendo gioie e tragedie vecchie e nuove di un mondo che non ha più frontiere.