Su Tinto Brass circolano tanti falsi miti. Questa autobiografia si ripropone di sfatarli, per consegnare ai 'posteriori' un ritratto intimo, una confessione schietta e irriverente che rimette alla loro 'ardua sentenza' l'anima, il pensiero, la vita tutta dell'uomo e del regista. L'occasione per farlo viene dal recupero della memoria perduta, dal ricordo del passato che, grazie all'amorevole aiuto della moglie Caterina, musa e compagna, rivive nelle parole appassionate del 're dell'eros', salvate dall'oblio a cui la malattia ha rischiato di condannarle. Nato a Milano ma profondamente legato a Venezia, città che gli è 'madre, moglie e amante', ha fin da piccolo un'indole ribelle. Insofferente a ogni forma di autorità , ben presto rompe con la famiglia, che lo considera un giovane scapestrato e libertino, un viveur che ama dare scandalo. Affacciatosi all'universo cinematografico come proiezionista e assistente al montaggio alla Ciné mathè que franç aise di Parigi, di ritorno in Italia entra a gamba tesa nel mondo della regia con Chi lavora è perduto, l'opera d'esordio che segnerà l'inizio delle battaglie contro i critici e la censura. A chi nei suoi film 'non vede altro che culi', il 'nipotino di Orson Welles' replica con sillogismi aristotelici e decaloghi eticofilosofici, difendendo la sua produzione erotica a suon di stoccate al perbenismo borghese e ai tabù di una società ipocrita e ottusamente bigotta. Forte dell'appoggio di giganti come Rossellini, Fellini e Pasolini, porta in scena una critica politica e sociale che, dal primo all'ultimo film - dai più militanti a quelli accusati di essere 'frivoli e superficiali' -, esprime una sete inestinguibile di libertà . Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I. E. S. r. l. , oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.