Durante un viaggio in treno da Parigi a Heidelberg, Clotilde Mélisse, una scrittrice che ha l'abitudine di trasformare i suoi episodi e cicli esistenziali in libri, racconta un'intensa storia d'amore avuta con Guillaume, un uomo gay conosciuto durante una residenza a Villa Medici e che è tornato dopo dieci anni a turbare il suo equilibrio.
Clotilde si chiede se è lei ad essere manipolata da un uomo o, al contrario, è lei che si comporta come un uomo, imponendo il suo desiderio.
L'autrice, attraverso il suo alter ego, ci racconta la sua vita: la scoperta di poesie nella biblioteca di famiglia, il padre che uccise la madre davanti a lei prima di rivolgere la pistola contro di sé (la pietra miliare delle sue memorie fondanti), il lavoro come prostituta, la malattia mentale, le sue ossessioni e le sue relazioni amorose.
Un'introspezione veloce e tragicomica.