Nell ampio e prestigioso percorso di Viviani, varie fasi si sono susseguite, anche con evidenti diversità formali ma con una sotterranea, fortissima coerenza, che significava soprattutto desiderio di bellezza, di eticità , di esattezza. L imperfezione di cui si parla nel nuovo libro è una condizione « tra» , sempre in bilico tra due opposti. Tra la giovinezza e il tempo della fine, tra l amore e la rinuncia, tra il ruggito dell animale feroce e il trofeo appeso sopra il camino, tra la luce e il buio, tra il noto e l ignoto, tra il futuro e il passato. Anche la ricerca di una salvezza dall incombere del tempo e dal non senso che da lì si sprigiona passa per poli opposti: protezione chiesta da un lato agli avi e ai reperti archeologici, dall altro alla continuità dei discendenti e alla vitalità dei bambini. Simbolo di questa età fragile, che è una condizione esistenziale ancor più che una congiuntura anagrafica (semmai gli anni permettono di percepirla meglio), è un cancelletto spinto dal vento. In queste tremule oscillazioni sta la più vera natura di ciò che è umano, ben lontano da qualsiasi idea di perfezione. Certo, fare i conti col tempo, quando il tempo si riduce, è più doloroso: soprattutto non c è più spazio per illusioni di nessun tipo. Nemmeno per quelle estetiche. Il libro di Viviani ha il passo poetico di un percorso nella verità .